Il pretesto per parlare di bellezza ce lo regala di nuovo un uomo che ha dovuto scontrarsi con le sue origini, esiliato dal paese che gli ha dato i natali. Parliamo di Josif Brodskij, nato nell' allora Leningrado, era stato accusato di parassitismo nei confronti della società in quanto poeta e condannato ai lavori forzati, fu poi costretto dalle autorità sovietiche all’espatrio e si stabilì negli Stati Uniti nel ’72. Nel ’87 vinse il Premio Nobel per la letteratura, che ritirò con un accorato discorso sul rapporto tra estetica ed etica. Questo potrebbe essere sufficiente per chi non si fosse già imbattuto in qualche suo scritto per andare a curiosare tra le pagine di letteratura che ci ha regalato. Citiamo, per ora, solo un passaggio tratto dal libro Fondamenta degli incurabili del 1989, scritto e dedicato alla da lui amata, tanto da volervi essere sepolto, Venezia.
' Lasciatemelo ripetere: l’acqua e il tempo sono la stessa cosa e insieme provvedono alla bellezza. Noi, in parte fatti d’acqua, serviamo la bellezza nello stesso modo. Toccando l’acqua, questa città migliora l’aspetto del tempo, abbellisce il futuro. Ecco la funzione di questa città nell’universo'.
Nella sua essenziale poesia, questo passaggio assoccia, non banalmente, alla bellezza due elementi: l’acqua ed il tempo. Il tempo, uno dei problemi principali di molte discipline, dalla letteratura alla fisica al cinema ma forse soprattutto nella filosofia, in questo caso ci interessa limitatamente al suo essere in rapporto alla bellezza. Pensiamo al tempo come un valore in grado di accrescere la bellezza di un’ esperienza, come il tempo che trascorre tra quando si interrano i semi di una pianta e quando la si vede fiorire o quando un maestro coglie i frutti del suo lavoro nell’allievo dopo avergli dedicato tanto tempo. La bellezza può non essere evidente, a volte va cercata, a volte ci vuole tempo ed e’ importante darle il giusto tempo per dispiegarsi, per manifestarsi. Anche se appiattiamo il tempo misurandolo in secondi, minuti e ore, sappiamo bene che il tempo della coscienza è un’altra cosa, il mio tempo può essere diverso da quello di chi mi sta vicino anche in un’ esperienza condivisa e può essere diverso anche da quello delle cose. Come può essere dilatato, ad esempio, il tempo di un vecchio albero. Anche la bellezza ha il suo tempo, ogni volta diverso, e riuscire a ad assecondarlo, ad armonizzarsi con esso, ce la fa cogliere nella sua pienezza. L’incedere ritmico delle onde è il tempo dell’acqua. Elemento nobile e prezioso, origine della vita e delle civiltà, simbolo di purezza, adorata fino ad essere divinizzata in molte culture; la descrizione più bella delle sue qualità ce la da Giangiorgio Pasqualotto, illuminato studioso di filosofia, docente di Estetica all’Università di Padova, parlando dell’importanza che essa ha nelle religioni orientali:
‘…essa è debole ed elastica, perché è senza forma e si adatta a qualsiasi forma, ma è nel contempo forte perché riesce a produrre pressioni decise e corrosioni incisive; essa, poi, per sua intrinseca natura, scende e sta in basso, così come dovrebbe fare il saggio che non si mette in mostra e non pretende di comandare’ (Taccuino Giapponese, Editrice Universitaria Udinese, 2008).
L’acqua, oltre ad essere portatrice di vita, diventa esempio di vita e di comportamento. Ci insegna a vivere in modo saggio, ad essere umili ma decisi e incisivi, imitando la sua forza e la sua temperanza e ci insegna l’importanza di essere elastici, capaci di comprendere e di adattarsi agli ambienti e alle persone senza invaderli.
Anche se Brodksij non si riferiva a questo nei suoi versi, ci è piaciuto citarlo come fonte di queste riflessioni. Resta il fatto che l’acqua, con l’insinuarsi dei canali nella città, il suo incombere sulle fondamenta e lo stratificarsi di incredibili meraviglie di arte e di architettura che solo il tempo ha concesso, fanno di Venezia una della città più belle al mondo, se non la più bella.
http://www.youtube.com/watch?v=Biqieia74V0
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