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domenica 25 agosto 2013

Acqua, tempo, Venezia e bellezza.

Il pretesto per parlare di bellezza ce lo regala di nuovo un uomo che ha dovuto scontrarsi con le sue origini, esiliato dal paese che gli ha dato i natali. Parliamo di Josif Brodskij, nato nell' allora Leningrado, era stato accusato di parassitismo nei confronti della società in quanto poeta e condannato ai lavori forzati, fu poi costretto dalle autorità sovietiche all’espatrio e si stabilì negli Stati Uniti nel ’72. Nel ’87 vinse il Premio Nobel per la letteratura, che ritirò con un accorato discorso sul rapporto tra estetica ed etica. Questo potrebbe essere sufficiente per chi non si fosse già imbattuto in qualche suo scritto per andare a curiosare tra le pagine di letteratura che ci ha regalato. Citiamo, per ora, solo un passaggio tratto dal libro Fondamenta degli incurabili del 1989, scritto e dedicato alla da lui amata, tanto da volervi essere sepolto, Venezia.
 
' Lasciatemelo ripetere: l’acqua e il tempo sono la stessa cosa e insieme provvedono alla bellezza. Noi, in parte fatti d’acqua, serviamo la bellezza nello stesso modo. Toccando l’acqua, questa città migliora l’aspetto del tempo, abbellisce il futuro. Ecco la funzione di questa città nell’universo'.
 
Nella sua essenziale poesia, questo passaggio assoccia, non banalmente, alla bellezza due elementi: l’acqua ed il tempo. Il tempo, uno dei problemi principali di molte discipline, dalla letteratura alla fisica al cinema ma forse soprattutto nella filosofia, in questo caso ci interessa limitatamente al suo essere in rapporto alla bellezza. Pensiamo al tempo come un valore in grado di accrescere la bellezza di un’ esperienza, come il tempo che trascorre tra quando si interrano i semi di una pianta e quando la si vede fiorire o quando un maestro coglie i frutti del suo lavoro nell’allievo dopo avergli dedicato tanto tempo. La bellezza può non essere evidente, a volte va cercata, a volte ci vuole tempo ed e’ importante darle il giusto tempo per dispiegarsi, per manifestarsi. Anche se appiattiamo il tempo misurandolo in secondi, minuti e ore, sappiamo bene che il tempo della coscienza è un’altra cosa, il mio tempo può essere diverso da quello di chi mi sta vicino anche in un’ esperienza condivisa e può essere diverso anche da quello delle cose. Come può essere dilatato, ad esempio, il tempo di un vecchio albero. Anche la bellezza ha il suo tempo, ogni volta diverso, e riuscire a ad assecondarlo, ad armonizzarsi con esso, ce la fa cogliere nella sua pienezza. L’incedere ritmico delle onde è il tempo dell’acqua. Elemento nobile e prezioso, origine della vita e delle civiltà, simbolo di purezza, adorata fino ad essere divinizzata in molte culture; la descrizione più bella delle sue qualità ce la da Giangiorgio Pasqualotto, illuminato studioso di filosofia, docente di Estetica all’Università di Padova, parlando dell’importanza che essa ha nelle religioni orientali:
 
‘…essa è debole ed elastica, perché è senza forma e si adatta a qualsiasi forma, ma è nel contempo forte perché riesce a produrre pressioni decise e corrosioni incisive; essa, poi, per sua intrinseca natura, scende e sta in basso, così come dovrebbe fare il saggio che non si mette in mostra e non pretende di comandare’ (Taccuino Giapponese, Editrice Universitaria Udinese, 2008).
 
L’acqua, oltre ad essere portatrice di vita, diventa esempio di vita e di comportamento. Ci insegna a vivere in modo saggio, ad essere umili ma decisi e incisivi, imitando la sua forza e la sua temperanza e ci insegna l’importanza di essere elastici, capaci di comprendere e di adattarsi agli ambienti e alle persone senza invaderli. Anche se Brodksij non si riferiva a questo nei suoi versi, ci è piaciuto citarlo come fonte di queste riflessioni. Resta il fatto che l’acqua, con l’insinuarsi dei canali nella città, il suo incombere sulle fondamenta e lo stratificarsi di incredibili meraviglie di arte e di architettura che solo il tempo ha concesso, fanno di Venezia una della città più belle al mondo, se non la più bella.

http://www.youtube.com/watch?v=Biqieia74V0

lunedì 19 agosto 2013

L'epifania della bellezza


 
Iniziamo cercando di spiegare il senso di questo blog, dedicato alla ricerca della bellezza come esercizio quotidiano per arricchire la nostra vita. La citazione dell’eroe antimafia Peppino Impastato ci è sembrata perfetta per aprire il nostro blog e guidarci poi in ogni pubblicazione di questa pagina:

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.”

Bisogna prima di tutto rendere omaggio a quest’ uomo, che pur essendo figlio della mafia ha avuto il coraggio di ribellarsi e denunciarne apertamente i soprusi a costo della sua stessa vita. Ma in questa sede non abbiamo la presunzione di affrontare questioni così alte e per chi volesse approfondire la storia di Peppino Impastato rimandiamo al sito curato da I compagni di Peppino http://www.peppinoimpastato.com/index.asp.

 

In questa sede vogliamo semplicemente rendere reali alcune delle sue preziose parole, perché siamo convinti che allenarsi a cercare la bellezza sia davvero un modo per vivere meglio con noi stessi e con gli altri. Spesso la bellezza non è appariscente, anzi ha il più delle volte il carattere della discrezione e dell’umiltà ed è quindi più difficile da vedere, anche quando è li vicino a noi. Per questo bisogna educarci, imparare a cercare e a vedere la bellezza anche quando non è così scontata, perché allora apparirà e ci strapperà un sorriso di meraviglia, come l'apparizione di una nuvola nella stanza di un edificio fatiscente nella poetica opera dell'artista olandese Berndnaut Smilde.

 

E’ questa la sensazione di stupore che vogliamo ricercare e che, come dice Impastato, tiene viva in noi la curiosità e la forza per cercare le cose belle della vita, la tensione verso il meglio, quella forza che a lui ha dato il coraggio di reagire ad una realtà governata dalla mafia ovvero il contrario della rassegnazione che la nostra vita e il mondo che ci circonda debbano essere per forza così come li conosciamo.

La ricerca della bellezza è dunque un regalo che ci facciamo lasciandoci stupire  dalle cose meravigliose che la vita può offrire se vogliamo imparare a cercare.
 
 
(Per approfondire le opere dell'artista rimandiamo al suo sito: http://www.berndnaut.nl/)